Storie di una quarantena

Questa sezione del blog nasce come sempre dall'esigenza di raccontare. Stavolta voglio parlare della quarantena, a causa dell'emergenza coronavirus. In momenti storici così delicati la memoria è un dovere e le parole sono uno strumento potentissimo per farlo. Ho deciso però di non essere solo . Ad accompagnarmi ci saranno le parole dei miei alunni, che racconteranno a me e a quanti di voi vorranno leggerci la loro quarantena. Questa sezione del blog sarà uno spazio di esperienze e riflessione personali di un professore e dei suoi alunni, ma anche un diario di bordo di quello che accade e di come lo viviamo. In tempi di didattica a distanza le parole, ancorché digitali, restano una bussola esistenziale a cui aggrapparsi e questo spazio diventa il cantuccio di una didattica che sa farsi esperienza concreta e cittadinanza attiva.



Pasqua e dintorni

La terra non si è accorta di niente. Il praticello verde continua a crescere. Il glicine è fiorito. Le api hanno fatto l’alveare sul tetto. Solo, è spuntato un fico in giardino, ma è stato il vento a farlo cascare lì, oppure un uccello. Le giornate sono più luminose, come dovrebbe essere ad Aprile. Non so se le ore sono sempre uguali, alla fine siamo stati noi a crearle. Quindi anche se esistessero delle ore diverse da quelle stabilite e stessero cambiando, non ce ne accorgeremmo; noi le conteremmo sempre allo stesso modo. Ed è così che arriverà la Pasqua. Abbiamo calcolato che arriverà quel dato giorno e quel giorno arriverà. I dolci saranno gli stessi. Ci sarà il sole o forse no, è imprevedibile, come lo è sempre stato.
Martina Manzi

In questo periodo la maggior parte delle persone pensa solo a quanto sia tragico il non poter uscire, soprattutto durante queste belle e soleggiate giornate di primavera. Ma soffermiamoci in modo positivo su questa tragica situazione di emergenza sanitaria globale. In questo momento l'uomo si sente incatenato, rinchiuso all'interno di una caverna, dove la luce della speranza non sembra mai apparire. Ma all'interno di questa caverna platonica l'uomo può cogliere, anche se ostacolato dalle sue illusioni, l'essenza della propria vita, riflettere su sé stesso, comprendere che un giorno con l'aiuto collettivo da questa caverna potrà evadere. La Pasqua di avvicina, e se dovessi attribuire un ruolo a questa festività, ne sceglierei uno ben preciso: guidare l'uomo alla resurrezione. Tutti noi supereremo questo momento difficile e risorgeremo!
Francesco Nolli

Non torneremo alla normalità: la normalità è stata il problema.
La Pasqua è da sempre sinonimo di Resurrezione: questa festività dunque mai come in questo momento deve guidarci verso una resurrezione, una nuova vita che deve però essere diversa del tutto.
Da sempre gli scienziati di tutto il mondo criticano i wet markers Cinesi, focolai di epidemie che si diffondono in tutto il mondo: eppure questi sono stati riaperti già dopo la diminuzione dei contagi di Coronavirus.
È chiaro a tutti che abbiamo stili di vita completamente sbagliati, troppo frenetici, poco eco sostenibili: la pandemia ce lo ha spiegato chiaramente.
Abbiamo tagliato la sanità fino a metterla in ginocchio, abbiamo pagato i ricercatori scientifici con stipendi da fame e siamo stati del tutto indifferenti di fronte alla fuga di cervelli dal nostro Paese.
Mai come nella storia dell’umanità dobbiamo accogliere il messaggio pasquale e far sì che la fase 3 sia non un ritorno alla normalità (nella quale non abbiamo mai vissuto) ma un cammino verso la normalità.
Normalità che deve diventare sinonimo di sostenibilità, sanità, ricerca scientifica e soprattutto sicurezza.
Giovanbattista Razzano

Quella di quest’anno sarà senza dubbio una Pasqua strana, ma ci permetterà di vivere  forse giornate meno ordinarie del solito e l’aria di festa cercherà di penetrare dalle nostre finestre. Considerata l’impossibilità di trascorrere questa festa al di fuori delle mure domestiche non ci resta che riempire i nostri forni. Nonostante la tristezza rispettare la tradizione cucinando qualche piatto delizioso mi fa viaggiare con la mente e mi permette di costruire qualche ricordo con i miei cari. Bisogna arrivarci preparati alla tanto attesa domenica però, aumentando magari le ore di allenamento! Non si può dire Pasqua senza pensare al giorno successivo. Quest’anno, per causa di forza maggiore, la sempre temutissima frase “Che fai a Pasquetta?” è stata taciuta. Non mi resta altro che immaginarmi lì fuori guardando il mare dal mio balcone.
Laura Bucciero

L'emergenza covid-19 non risparmia neppure i giorni di Pasqua e Pasquetta. Il lockdown ci costringe ancora all’isolamento domiciliare. La verità? Questo weekend saremmo stati tutti pronti ad inaugurare la stagione primaverile con una piccola fuga fuori porta. Tutto già organizzato: persino il meteo quest’anno sarebbe stato nostro alleato, concedendoci i primi raggi di sole estivo. Ma non bisogna vivere questi giorni tra “se” e “ma”. Tutte le nostre amate tradizioni pasquali possono essere perfettamente conservate. Nel mio soggiorno ci si prepara per la battaglia. Nonostante siamo solo quattro in famiglia la cucina potrebbe sfamare trenta persone. Casatiello, pastiera, colomba, torte salate, fave, asparagi, carne, uova di cioccolato... e potrei continuare all’infinito. Forno, pentole e fornelli chiedono pietà sapendo cosa li attende. “Ma allora cosa facciamo a pasquetta?” Siete tutti invitati nel mio cortile per un’intensa sessione di training total body. A queste feste pasquali mancheranno l’affetto e il calore delle tavolate infinite di parenti che aspettano l’occasione per riunirsi. Ma le circostanze si ripeteranno e domani potremmo abbracciarci più forte, se in questi giorni restiamo lontani ma vicini.
Gabriella di Bonito



Pensieri sparsi e attese

Questa parte del blog raccoglie emozioni, riflessioni, attese, sfoghi dei ragazzi. Non hanno un ordine e l'unico filo rosso sono i loro pensieri, così come vengono.


Una noia senza fine: questo è ciò che provo di più del corso della quarantena.
Un senso di colpa immotivato, legato alla consapevolezza di star perdendo il proprio tempo, di star sprecando parte della propria esistenza.
Non sempre però annoiarsi va inteso in senso negativo: la nostra società è caratterizzata dalla frenesia, dall’attivismo, dal produrre per consumare e consumare per produrre ancora.
Il mito Rinascimentale dell’homo faber ci costringe all’imperativo del fare a tutti i costi e ha completamente cancellato aspetti portanti del nostro animo: la conoscenza di noi stessi, la riflessione filosofica, la spiritualità.
Ci lamentiamo continuamente dell’eccessivo lavoro, eppure siamo incapaci di vivere senza.
La noia genera creatività, e ci spinge alla conoscenza di noi stessi.
Questo è il più grande insegnamento che ho appreso dalla mia quarantena
Giovanbattista Razzano

Come la storia ci insegna ogni pandemia ha cambiato la vita dell'uomo.  Dalla peste Ateniese del 430 a.C., passando per quella Manzoniana del 1600 sino all'odierna emergenza sanitaria dovuta al Corona virus. Le crisi infatti svelano il meglio di una comunità nazionale, ma anche il peggio. In un momento come questo le stringenti mura dei nostri ripari, l'angoscia ed il terrore delle conseguenze delineano l'immagine di un uomo intrappolato nel mondo ed in se stesso. Intrappolato in un mondo così malato, distorto ed irreale che ci fa sentire piccoli e fragili puntini di un discorso molto più ampio. Che questo momento dunque non rappresenti soltanto sconforto e risentimento ma anche un'opportunità di riflessione interiore. Abbiamo tutto quel tempo che rincorriamo e che ci sembra sfuggirci dalle mani quando siamo avvolti dalle nostre giornate piene di vita. Abbiamo tutto il tempo per chiederci: di cosa sono fatti i nostri giorni, di cosa si nutre il nostro cuore?  Ci renderemo conto che  la nostra vita vale più di qualsiasi altra materialità. Capiremo forse che viviamo di immagini distorte che ci allontanano sempre più dalla realtà, riducendo la nostra esistenza ad un esperienza piatta e priva di colori. Ci accorgeremo di vivere una vita che crediamo soddisfacente e che invece ci ingrigisce. Proviamo a sfruttare il nostro tempo per imparare a guardare al di là di ogni perimetro, di uscire fuori dalle recinzioni e dagli argini che abbiamo creato per non far inondare le nostre vite. Proviamo a credere  che non siamo soli e cominciamo a guardare, dal vetro delle nostre finestre, chi combatte senza paura con la speranza di tornare a scoprire. 

Laura Bucciero

Quarantena, stress, monotonia. Il COVID-19 provoca ansia e paura. I giorni sono vuoti e le notti insonni. Alzi la mano chi nelle ultime settimane non abbia provato queste sensazioni. Bisogna reagire, scoprire nuove dimensioni che ci diano in qualche modo senso di vita e normalità. Come? La didattica a distanza mi mostra il calore e l'affetto più nascosti delle lezioni "in presenza". Il mio salone ospita la sala attrezzi di una palestra. Il forno chiede mi tregua da tutti i panettoni dolci e salati che gli rifilo. Trasformo il terrazzo in un solarium privato. Attività simili riempiono le mie giornate, che man mano diventano meno grigie e pesanti. La mente va oltre la gravità della situazione in cui ci troviamo, supera i confini di queste mura domestiche.
Gabriella di Bonito



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