Questo post nasce dopo giorni di silenzio. Mi
piacerebbe definirlo silenzio creativo o riflessione critica. Ma purtroppo non
è così. Si è trattato di una pausa forzata dovuta all’influenza, che mi ha
beccato nell’ultima tornata. Febbre, che poi significa noia. Soprattutto quando
si è adulti e le cose da fare sono tante. Trascorrere a letto l’intera giornata
non è certo piacevole. Senza considerare gli annessi come pilloline, brodini,
coperte e chi più ne ha, più ne metta. Però c’è una riflessione breve che va
fatta. E nasce proprio dall’influenza. Tale riflessione supera i confini del
tempo, e credo resti valida sempre. Indipendentemente da tutto.
Puoi avere qualunque età, ma quando hai la febbre
non c’è nessuno come la mamma. La sua mano delicata, che controlla la fronte, è
tra le sensazioni più belle che si possano provare. Quella mano che è affetto,
sicurezza, tenerezza, forza e protezione. Nulla ci può far male in
quell’istante. Ci sentiamo totalmente al sicuro da ogni cosa. Perfino dal mondo
stesso. Tutto ciò è un ricordo preziosissimo a cui nessuno rinuncerebbe mai.
Poi ci sono i rimedi che solo la mamma sa proporre.
Le attenzioni. Le coccole. L’acqua che ti porta fino al letto. Le coperte che
ti rimbocca sempre. Le minestrine preparate con amore. La frutta sbucciata con
devozione. Non esiste nulla come tutto questo. Non esisterà mai al mondo.
Saremo uomini e donne, oppure anziani, ma queste resteranno sempre le cose più
belle che la febbre ci può regalare. I ricordi più dolci. Gli attimi più teneri.
E allora custodiamo tutto questo come il bene più prezioso che la vita ci
offre. E pensiamo per un istante alle mamme. Perché a loro, in definitiva, va
il post di oggi.
Nessun commento:
Posta un commento