martedì 22 luglio 2014

Vecchio a chi?

A volte ci succedono cose del tutto casuali, che tuttavia aprono spaccati inquietanti dentro di noi. Come se questi fatti ci facessero vedere cose che abbiamo sotto gli occhi, ma che ignoriamo di vedere. O magari neanche le conosciamo davvero. Sono completamente al di sotto della nostra soglia di consapevolezza. Tra poco capirete che il post di oggi è dedicato ai giovani come me. Perché siamo giovani, inutile fare sorrisini e faccette.
Vi è mai capitato di essere salutati da un adolescente? A me sì, capita spesso. Soprattutto in palestra. Onestamente ho sempre pensato di venire considerato un ragazzo. Non più adolescente, ma pur sempre un giovincello. Eppure non è così. Qualche giorno fa un ragazzino mi dice “Buonasera”. La mia reazione è stato una goccia di sudore gelido. Un brivido lungo il collo. L’uso allocutivo del cosiddetto ‘lei’ è stata una doccia fredda. Perché mai quell’adolescente non mi ha dato del ‘tu’? Eppure io sono giovane, ho pensato. Poi ho subito aggiunto, evidentemente non è così. Allora sono vecchio? Ma non lo sono mica? Allora il mondo mi vede vecchio? O forse solo i ragazzini?
Probabilmente lo sbarbatello ha ragione. Già. Ormai preferisco frequentare i “grandi”. Per non parlare di quando becco orde di ragazzini urlanti sui mezzi pubblici. Meglio una spranga sui denti. D’altra parte non conosco gli idoli dei ragazzi.  Ignoro chi siano i One Direction. O i rapper emergenti con cappellini a stelle e tatuaggi al collo. Beh sì, sono cresciuto. Almeno questo lo ammetto. Ma non sono vecchio. Non sono tipo da ‘lei’. Non sono uno a cui si dice ‘buonasera’. E quando pensi che tutto sia segno di vecchiaia, scopri che hai amici a cui hanno ceduto il posto in metro. Ancora peggio.  A quel punto la tua astuzia (no, non la chiamo saggezza perché quella è dei vecchi) ti fa comprendere una cosa. Non sei vecchio. Ma diversamente giovane. Sei giovane come i tuoi amici quarantenni. Solo che non sei più un ragazzino. Perché la gioventù è uno stato della mente. E comunque il “buonasera” davvero non ci piace.  

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